Sono l'unicorno in una relazione a tre: così sto aiutando una coppia a ritrovare la complicità e la felicità sessuale.

Sono l'unicorno in una relazione a tre: così sto aiutando una coppia a ritrovare la complicità e la felicità sessuale.

Cosa vuol dire essere Unicorno all'interno di una coppia? Cosa rappresenta questa figura per nulla occasionale, ma costante e a volte determinante, nella vita di una coppia? Confessione reale di una donna che vive in modo naturale una esperienza di sesso e sentimenti dentro la quotidianità di una coppia aperta.

"Mi chiamo Lucia, 29 anni, sono di Milano e sono un 'unicorno'. No, non vuol dire che sono appassionata di animali fantastici: essere un unicorno significa essere coinvolta/o in una relazione a tre. Nel mondo delle relazioni e della sessualità l'unicorno, per dirla in maniera comprensibile, è una persona che si inserisce nel rapporto di una coppia già esistente. Un po' come un 'terzo incomodo', se dovessi spiegarlo a un'amica per farla ridere. Chiarisco subito che sono nata e cresciuta in un piccolo paese dove parlare di sessualità aperta, bisessualità, rapporti a tre e gender fluid non è proprio così comune, e infatti non avrei mai più pensato di imbattermi in una cosa del genere.  Mi sono trasferita a Milano per lavorare nel campo della moda, sentivo anche la necessità di trasferirmi in una città meno 'soffocante' del paesino di origine. Qui ho avuto l'occasione di occuparmi spesso di modelle e ragazze bellissime: questa è stata la svolta, perché ho iniziato a pensare spesso a come sarebbe stato andare a letto con una donna, pur essendomi sempre definita eterosessuale.

La proposta improvvisa: "Ti va di unirti a me e a mio marito?"

Per farla breve circa un anno fa, una sera, esco con una di queste modelle, 35 anni, sposata. Era solo un'uscita tra amiche, ci siamo messe a parlare delle esperienze con i nostri ex, e lei a un certo punto mi ha spiazzata letteralmente chiedendomi se mi andava di fare sesso a tre con suo marito. Perché no, ero single e curiosa di provare. Il marito era d'accordo, la mia amica mi ha spiegato che era da un po' che pensavano a questa eventualità. Per me è stata una doppia prima volta: sia con una donna, sia con due persone contemporaneamente. È stato molto bello, naturale, contrariamente a quel che avrei pensato anni fa. Abbiamo iniziato a frequentarci spesso, tutti e tre, e ancora oggi lo facciamo: io non sento la necessità di una relazione seria monogama in questo momento, voglio molto bene ai miei due amici, ma sono consapevole del fatto che la vera coppia sono loro. Loro sono sposati, loro hanno una vita di coppia anche fuori dal nostro rapporto speciale.

"Mi sento comunque bene in questo equilibrio nuovo "

Io, dal canto mio, mi sento bene in questo equilibrio che ci siamo trovati: mi diverto, mi sono affezionata a loro, ma mantengo sempre una certa libertà perché so che per me non è una storia seria. Non mi sento gelosa, so che hanno il loro spazio speciale essendo marito e moglie nel quale non entro. Anzi, per essere completamente onesta, mi dispiacerebbe un po' ma non mi darebbe fastidio se loro decidessero di rompere il nostro legame a tre. E nemmeno se uno dei due avesse una 'scappatella' con qualcun altro. Quello che mi urterebbe davvero sarebbe se decidessero di scartarmi per trovare un nuovo 'unicorno'. Questo mi fa pensare: quando si parla di gelosia, forse tutto sommato la avvertiamo quando temiamo che si venga a intaccare il nostro equilibrio e il nostro ruolo, qualunque esso sia".