La storia dei condom dagli antichi Egizi

La storia dei condom dagli antichi Egizi

La storia dei condom dagli antichi Egizi alla versione hi-tech del futuro. Nell'antico Egitto per proteggersi da scottature, sabbia, morsi di insetti gli uomini sotto la gonna indossavano una specie di sacchetto per il pene, tenuto da una striscia di stoffa. Tra gli uomini di rango, però, era diffuso un preservativo per il glande, una piccola guaina che copriva solo la punta del pene, ricavata dagli intestini degli animali. Secondo Aine Collier, autrice del libro Storia del preservativo, quest'ultimo era indossato solo quando si faceva sesso. I Greci si accontentavano della membrana dell’intestino degli animali o le vesciche dei pesci; i Romani ne possedevano di vari tipi, tutti molto scomodi.

Più inquietante era il “preservativo della vittoria” che i legionari fabbricavano con la pelle o i muscoli, tirati e ammorbiditi nell’olio, dei nemici caduti in battaglia.  Il preservativo e i suoi antenati nella storia hanno goduto di alterne fortune: nel Medioevo, per esempio, fu bandito. Così gli italiani battezzarono il morbo“mal francese”, i francesi “male napoleta- no” (o italiano), i portoghesi “morbo castigliano”, i giapponesi “morbo portoghese”, gli olandesi “vaiolo ispanico”, i polacchi “mal dei tedeschi”, i russi “mal dei polacchi”, i persiani “morbo dei turchi”, gli africani“mal spagnolo”, i turchi “mal dei cristiani”. Da dove arriva in nome condom? L'origine del nome inglese dei preservativi, Condom, è tra le più incerte della storia. E Nomignoli. In Italia settentrionale è comune definire i condom “goldoni”.  Nel Settecento il moralismo non aveva presa e i libertini come Giacomo Casanova , ne fecero ampio uso.

Poi cambiò idea, riconoscente a quel piccolo sacchetto di pelle sottile e trasparente, lungo 8 centimetri e chiuso all’estremità da un nastrino colorato, “che funziona da prevenzione e che libera il gentil sesso da ogni ansia”. Il “sacchetto di pelle veneziana” era tra i migliori preservativi sul mercato. Tante materie. Per lungo tempo i preservativi sono stati realizzati con budella di animali messe a bagno in acqua per ore e poi a macerare in una soluzione alcalina: il processo durava uno o due giorni. I preservativi con le interiora di agnello si producono ancora oggi, seppure in modo diverso, ma non sono molto usati. Nella foto preservativi in una fabbrica Usa degli Anni ’50 gonfiati per testarne la resistenza. Seconda mano. Fino al XIX secolo i preservativi venivano anche fatti in casa con l’intestino di pecora, trattato, lavato e poi tagliato su misura.

A ciascuno la sua taglia, Dalla XS alla XLL Le taglie dei preservativi non si basano sulla lunghezza del pene, ma sulla circonferenza. Sono XS (70 - 90 mm), S (90 - 105 mm), M (105 - 120 mm), L (120 - 135 mm), XL (135 - 150 mm) e XXL (150 - 170 mm). Il consiglio è quello di provarne diversi (non in negozio, come fossero jeans) per capire quale veste meglio: il preservativo perfetto non si deve sfilare e non dev'essere troppo stretto. L'uso perfetto. Secondo il sito Go ask Alice, che fornisce informazioni agli studenti della Columbia University, esistono due tipi di usi del preservativo.

Nel corso di un anno di uso perfetto del condom il numero scende a 2-3 su 100. L'uso perfetto prevede che il condom sia conservato in luogo fresco, che sia indossato dopo essersi accertati che sia sano, non scaduto o deteriorato, e che venga srotolato con cura sul glande, senza scalfirlo con le unghie. No oil. I preservatavi possono avere bisogno di lubrificazione supplementare, ma non va usata alcuna sostanza oleosa (olii, vasellina, creme per le mani), in quanto l'olio potrebbe sciogliere il preservativo. Grazie all'inserimento nel condom di molecole che si attaccano a specifici batteri o virus, si ottiene un colore verde in presenza di clamidia, giallo con l'herpes, viola con il papilloma virus e blu con la sifilide. Ultrasottile. Il preservativo e a tutti gli effetti la prima forma di “tecnologia indossabile”.