Sesso & Cannes, i film più scandalosi di sempre

Sesso & Cannes, i film più scandalosi di sempre

Sesso & Cannes, i film più scandalosi di sempre. Da Viridiana di Luis Buñuel fino ai più recenti Irreversible e Love di Gaspar Noé: l'eros è stato uno dei temi più gettonati nella storia della kermesse francese. Ecco i film più bollenti. Ma il Festival di Cannes è stato da sempre fucina non solo di capolavori ma anche di pellicole tutte sesso e scandalo. Lussuria, orge, depravazione, incesti, eccessi di ogni genere: l'elenco dei film che ha scandalizzato spettatori e critici del Palais des Festival set des Congrès è lunghissimo. Il padre dei film più hot della storia della kermesse transalpina è stato molto probabilmente Viridiana di Luis Buñuel, vincitore nel 1961 della Palma d'Oro.

La censura definirà questo film "Proibito. Nel 1976 è la volta di Vizi privati, pubbliche virtù diretto dal regista ungherese Miklós ancsó. Tema predominante è, ça va sans dire, il sesso. In Italia il film viene sequestrato due volte, mentre il regista e la sceneggiatrice sono processati e condannati per oscenità. Col passare degli anni la censura ha mollato la presa, facendo impennare il numero delle opere controverse. A scandalizzare il pubblico di fine anni 80 nessuna scena hard, ma i protagonisti che si filmano mentre parlano di sesso. Indimenticabile la scena in cui Sharon Stone accavalla le gambe durante un interrogatorio e disegna una delle scene più seducenti mai prodotte a Hollywood.

È un film spartiacque che segna un confine ben preciso: prima gli adolescenti parlavano di sesso, ora lo fanno. Ad aggiungere malessere, il tema dell'Aids che dondola per tutto il film come un cappio. Motivo: scene di omicidi e sesso esplicite a go-go. L'occasione è data dal dimenticabilissimo The Brown Bunny di Vincent Gallo e da una scena di sesso orale non simulata fra l'attrice e il regista. Palma d'oro 2013, La Vita di Adele di Abdellatif Kechiche è l'ennesima offesa alla morale (almeno secondo alcuni critici). Protagoniste sono le sensualissime Adele Exarchopoulos e Léa Seydoux, invischiate in una relazione omosessuale e "costrette" dal regista a riprese estenuanti e scene disesso interminabili, che la stessa Julie Maroh, autrice della graphic novel Il bluè un colore caldo da cui è stato tratto il film, ha definito “forzate e inutilmente voyeuristiche". Il risultato però è un film bellissimo ed emozionante, molto probabilmente anche per merito di queste "forzature".

È la storia di un triangolo amoroso narrata senza seguire l'ordine cronologico con scene erotiche a profusione. "Volevo raccontare la passione di una giovane coppia in amore", dirà poi il regista. Il film dura quasi quattro ore e trova il suo apice in un cunnilingus di 15 minuti in favore dell'attrice Ophelie Bau, con tanto di orgasmo finale.