Intervista a Malena Pornostar

Intervista a Malena Pornostar

Intervista a Malena (Filomena Mastromarino all’anagrafe) non è più la pugliese, ma “nazionale” ormai: ci tiene a dirlo in apertura intervista, distribuendo qualche consiglio sulle luci per ottenere l’inquadratura migliore in riva al mare.  Era una ragazza come tante fino al 2016, quando ha deciso di affidarsi a Rocco Siffredi per essere lanciata nel mondo del porno. Diventata anche un noto personaggio televisivo, in un pomeriggio di sabato, 10 luglio 2021, nell’Isola Beach di Porto Cesareo, dove era l’ospite della serata. Malena è anche una instagrammer, cioè una con tantissimi seguaci su Instagram (quasi un milione di followers).

Malena, in un recente servizio delle Iene, ha raccontato la vita da pornostar accattivandosi nuovamente le simpatie del grande pubblico televisivo. “Il mese scorso sono tornata a Budapest e ho già fatto un altro film prodotto da Rocco Siffredi, che dal 2016, quando ho iniziato in questo settore, è la mia guida. Questa settimana riparto per il progetto dell’Accademia del porno. Quest’anno faremo un’Accademia solo per le donne, perché ci sono tantissime richieste. In tantissime vogliono cominciare la carriera nel porno”. Dunque, fare il porno non è più un tabù? Negli anni ‘80 era molto più difficile… “Intanto, c’è una grossa differenza fra il sud e il nord dell’Italia. Nel sud c’è il vizio di etichettare le persone, non solo se fai il mio lavoro, ma anche solo se sei una bella ragazza. Negli anni ‘80 il porno era un tabù, ma non essendoci i social non subivi gli attacchi degli haters.

I social hanno dato il potere a tutti di offesa e di giudicare senza senso.  La cosa che mi dispiace è che sono le donne quelle che attaccano di più. In realtà io sono una portatrice di felicità. Il porno è un lavoro a cui affianco le serate come questa, in cui faccio solo l’ospite. Fare film a luci rosse per me è un lavoro, che finisce nel momento in cui si spengono i riflettori. Il moralismo è più recente e sta interessando soprattutto i social, che ormai censurano tutto.  Lei è molto richiesta nelle serate in discoteca, come mai? “Io e Rocco Siffredi siamo anche personaggi televisivi. Io mi definisco una ‘pop pornostar’: sono diventata popolare per serate, social, tv e altro. Ci sono tante ragazze che fanno porno, ma non hanno un’immagine così sovraesposta come la nostra”. Ci riescono poche pornostar. “Bisogna essere umili e non sentirsi una star per un solo film che hai fatto.

In realtà non è così. Le pornostar sono donne normalissime. All’estero questo lavoro lo fanno tante mamme: girano le scene e poi vanno ad allattare i propri figli. Io ho avuto un percorso diverso perché mi sono affacciata a questo lavoro a 33 anni. Lei prova davvero piacere quando gira i film porno? Se si trova il feeling, la durata della scena è molto lineare e non si viene interrotti. Normalmente, solo per realizzare la parte dell’hard, di 40 minuti, giriamo scene per cinque ore e veniamo interrotti in continuazione per rifarle. Non è come nei film amatoriali. Ci vuole molta pazienza”.

Le donne non vengono trattate come degli oggetti in questi film? I più maltrattati sono gli uomini. Noi donne sul set veniamo rispettate tantissimo. Ci sono pochi uomini perché per loro è difficile fare questo lavoro. Arrivano con idee diverse e poi fanno i conti con la realtà. C’è spazio per la vita sentimentale di una giocatrice di serie A? “La gestione della vita sentimentale è un po’ difficile per chi fa il mio lavoro. Non perché gli uomini siano gelosi, ma perché io rappresento una sessualità molto forte e decisa: gli uomini vanno in crisi con me, non per il pregiudizio di essere pornostar. Le dimensioni contano anche nella vita sentimentale? “Anche qui c’è un poco di ipocrisia: le donne non lo dicono, ma contano nell’atto sessuale. Diverso, invece, è il trasporto sentimentale e l’amore”.